
Titolo: Riforma Decreto 231 Confindustria: Prospettive, Impatti e Ruolo del Modello 231
Meta Description: Scopri cosa prevede la Riforma Decreto 231 Confindustria, il ruolo chiave del Modello 231, dell’Organismo di Vigilanza e dell’Avvocato Penalista nella Responsabilità Amministrativa degli Enti.
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Frase Chiave: Riforma Decreto 231 Confindustria
Introduzione: una svolta per la Responsabilità Amministrativa degli Enti del decreto 231 e la proposta di Riforma di Confindustria
La Riforma Decreto 231 illustrata da Confindustria con il proprio position paper – di seguito scaricabile – si inserisce in un momento storico particolarmente cruciale per il sistema economico italiano. Infatti, dopo oltre vent’anni dall’introduzione del Decreto Legislativo 231/2001, le aziende italiane si trovano oggi ad affrontare una disciplina che, pur essendo nata con finalità preventive e premiali, ha assunto progressivamente una connotazione eccessivamente repressiva. Di conseguenza, la riforma proposta da Confindustria mira non solo a restituire centralità al Modello 231, ma anche a valorizzare la prevenzione e ridurre l’incertezza normativa che da tempo affligge il panorama applicativo.
Perché è necessaria una riforma del Decreto 231 secondo Confindustria?
Nel corso degli ultimi anni, il Decreto 231 è stato oggetto di numerose critiche, e ciò per diverse ragioni. Innanzitutto, si segnala una continua espansione del catalogo dei reati presupposto, spesso priva di un disegno coerente. Inoltre, le applicazioni disomogenee da parte della magistratura hanno generato profonde incertezze interpretative. In aggiunta, la valutazione dell’idoneità dei modelli organizzativi è rimasta per lo più soggetta a discrezionalità soggettive. Non meno importante, l’onere probatorio è spesso risultato sproporzionato per gli enti coinvolti, con il rischio concreto di compromettere i principi fondamentali del giusto processo.
Il risultato finale di questa situazione complessa è che il Modello 231 viene oggi percepito, troppo spesso, come un mero adempimento burocratico. Per questo motivo, la riforma di Confindustria punta chiaramente a ribaltare tale tendenza, restituendo significato e concretezza a uno strumento che dovrebbe essere invece considerato centrale nella gestione etica dell’impresa.
Ambito applicativo della proposta riforma del Decreto 231 di Confindustria: verso una maggiore chiarezza
Reati presupposto: stop all’automatismo
Uno dei pilastri fondamentali della Riforma Decreto 231 Confindustria è rappresentato dalla necessità di razionalizzare il catalogo dei reati presupposto. In questo contesto, viene fortemente sostenuta la necessità di limitare l’inclusione delle fattispecie ai soli reati che risultino:
- strettamente connessi all’attività d’impresa,
- e, allo stesso tempo, soggetti a obblighi di criminalizzazione previsti da fonti normative sovranazionali.
Di conseguenza, si propone l’esclusione di reati che non presentano alcuna connessione logica con la realtà aziendale, come ad esempio i reati di pedopornografia virtuale o di infibulazione.
Microimprese: un regime differenziato
Un altro elemento chiave della riforma è l’introduzione di un regime agevolato per le microimprese, ovvero quelle realtà con meno di 10 dipendenti e un fatturato o bilancio inferiore ai 2 milioni di euro. In tali casi, la proposta mira a escludere queste aziende dall’ambito applicativo del Decreto 231, pur lasciando loro la possibilità di adottare volontariamente un Modello 231 semplificato.
Gruppi di imprese: verso una disciplina dedicata
Sempre in ottica di chiarimento e coerenza sistemica, la riforma affronta anche il tema, fino ad oggi trascurato, dei gruppi societari. Nello specifico, viene sottolineata l’esigenza di disciplinare espressamente il rapporto tra i Modelli 231 adottati a livello di gruppo e quelli delle società controllate. Questo per evitare una diffusione automatica e non voluta della responsabilità dalla controllata alla capogruppo, che rischierebbe altrimenti di compromettere la certezza del diritto.
Il cuore della riforma del Decreto proposta da Confindustria: rafforzare il ruolo del Modello 231
Al centro della Riforma Decreto 231 Confindustria troviamo, senza dubbio, una rinnovata attenzione al Modello 231. Non a caso, l’obiettivo è quello di trasformarlo da strumento statico e formale a leva strategica per la prevenzione dei reati e il miglioramento dei processi organizzativi.
La proposta di riforma include diversi interventi mirati. In primo luogo, si intende riconoscere normativamente i criteri di costruzione dei Modelli. In secondo luogo, si vuole valorizzare il ruolo dei Codici di comportamento delle associazioni di categoria, attribuendo loro una funzione di riferimento concreto nella valutazione dell’idoneità dei modelli.
Inoltre, è previsto un maggiore allineamento tra Modelli 231 e sistemi di gestione certificati, come ad esempio quelli previsti dalle norme ISO. Tutto ciò avverrà attraverso un approccio metodologico rigoroso, che valorizzi le fasi di risk assessment e risk management, rendendo il Modello un vero strumento operativo.
Le condotte riparatorie: una seconda chance per l’ente
Parallelamente al rafforzamento dei Modelli 231, la riforma propone anche misure volte a premiare le imprese che si impegnano, anche dopo il reato, in condotte virtuose e riparatorie. In quest’ottica, vengono proposti:
- l’estensione dell’istituto della messa alla prova anche agli enti,
- l’introduzione di strumenti simili ai Deferred Prosecution Agreements adottati nei paesi anglosassoni,
- nonché un chiaro riconoscimento normativo dell’efficacia premiale di tali comportamenti.
Tali misure avrebbero, tra l’altro, il pregio di alleggerire l’apparato repressivo, favorendo una compliance collaborativa tra imprese e autorità giudiziaria.
Il ruolo dell’Organismo di Vigilanza oggi e nel futuro
Non è possibile parlare di Modello 231 senza affrontare il ruolo cruciale dell’Organismo di Vigilanza (OdV). Questo organismo, infatti, ha il compito non solo di verificare l’efficacia del Modello, ma anche di proporne l’aggiornamento e di monitorarne costantemente l’attuazione concreta.
La riforma suggerisce l’introduzione di requisiti più stringenti per gli OdV, in termini di indipendenza, professionalità e continuità. In questo modo, il giudizio sull’idoneità del Modello 231 potrebbe fondarsi su un controllo effettivo e non meramente formale.
Le garanzie processuali: verso una maggiore equità
Affinché la Responsabilità Amministrativa degli Enti possa essere considerata equa e bilanciata, è necessario riformare anche gli aspetti processuali. Tra i principali interventi proposti vi sono:
- l’attribuzione dell’onere della prova all’accusa, anche per i reati commessi da apicali,
- una revisione sostanziale dei criteri per l’applicazione di sanzioni interdittive e misure cautelari,
- l’estensione del regime di prescrizione penale anche agli enti,
- e l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. per i casi di particolare tenuità.
Coordinamento tra giudicati: fine del doppio binario?
Una delle criticità più sentite dagli operatori economici riguarda la mancanza di coordinamento tra giudizi civili, penali, tributari e amministrativi. In molti casi, infatti, l’ente si trova a dover affrontare sentenze contrastanti sullo stesso fatto storico.
La riforma auspica l’adozione di una disciplina generale di coordinamento, capace di restituire coerenza e prevedibilità al sistema.
L’importanza del Modello 231 oggi e domani: la proposta di riforma del decreto 231 di Confindustria
Il Modello 231 non deve essere più visto come un obbligo formale, bensì come uno strumento dinamico di gestione dei rischi e valorizzazione della legalità. La riforma intende riportare il sistema 231 alle sue origini: prevenzione, partecipazione e trasparenza. Per questo, adottare oggi un Modello 231 solido e aggiornato significa anticipare i rischi e tutelare il valore dell’impresa.
Il ruolo dello Studio Soardi nella consulenza 231
- redazione e revisione dei Modelli 231,
- formazione aziendale,
- gestione dei flussi informativi,
- assunzione dell’incarico di Organismo di Vigilanza.
Il nostro approccio è orientato alla costruzione di soluzioni concrete, adattate alla struttura e al settore di ogni cliente.
Il mio ruolo come OdV e Consulente 231
In qualità di Avvocato Penalista e Organismo di Vigilanza per numerose società italiane, accompagno le imprese in un percorso di rafforzamento della governance e di conformità normativa. Il mio compito non si limita alla vigilanza: fornisco orientamento strategico, aggiornamenti costanti e una piena assistenza nella gestione dei rischi penali.
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