Negli ultimi anni, il dibattito sulla separazione delle carriere dei magistrati è tornato al centro dell’attenzione. La proposta mira a distinguere in modo netto il ruolo dei pubblici ministeri (PM) da quello dei giudici, prevedendo due percorsi separati sin dall’ingresso in magistratura. Ma quali sarebbero i reali effetti di questa riforma sul sistema giudiziario italiano?
Il Principio Attuale: Unicità della Magistratura
Attualmente, la magistratura italiana è un corpo unico: i magistrati possono transitare dal ruolo di PM a quello di giudice e viceversa nel corso della carriera, pur con limiti e vincoli. Questa caratteristica si fonda sul principio costituzionale di indipendenza della magistratura (art. 104 Cost.), che garantisce la separazione tra potere giudiziario ed esecutivo.
La riforma della separazione delle carriere intende superare questa unicità, istituendo due corpi distinti, uno per i giudici e uno per i pubblici ministeri, ciascuno con un proprio concorso e un proprio Consiglio Superiore della Magistratura (CSM).
I Pro della Separazione delle Carriere
1. Maggiore Terzietà del Giudice
Uno degli argomenti più forti a favore della riforma è la garanzia di maggiore imparzialità del giudice. Attualmente, PM e giudici appartengono alla stessa carriera, condividendo formazione e talvolta esperienze professionali. Questo potrebbe creare, secondo alcuni critici, un’eccessiva vicinanza culturale tra chi accusa e chi giudica.
2. Equilibrio tra Accusa e Difesa
La separazione delle carriere renderebbe più simile il processo penale italiano ai modelli accusatori, come quello anglosassone. Il pubblico ministero, separato dalla magistratura giudicante, sarebbe più assimilabile a un avvocato dell’accusa, bilanciando meglio il confronto con la difesa.
3. Eliminazione del “Doppio Ruolo”
Attualmente, un magistrato può passare dal ruolo di PM a quello di giudice e viceversa (pur con limitazioni). Questo è visto da alcuni come un rischio per la percezione di imparzialità, poiché un ex-PM potrebbe trovarsi a giudicare in futuro secondo un approccio più vicino all’accusa.
4. Ruolo più Definito del PM
Separare le carriere potrebbe portare a una più chiara identificazione del pubblico ministero come parte del processo, piuttosto che come un soggetto “super partes” in cerca della verità. Questo potrebbe anche incidere su una maggiore responsabilizzazione del PM per eventuali errori investigativi.
I Contro della Separazione delle Carriere
1. Indipendenza del PM a Rischio?
Una delle principali preoccupazioni riguarda l’indipendenza del pubblico ministero. Oggi i PM sono magistrati indipendenti dal potere politico. La riforma, soprattutto se accompagnata da una modifica del rapporto tra PM ed esecutivo, potrebbe aprire la strada a una maggiore influenza politica sulle procure.
2. Possibili Ritardi e Inefficienze
La separazione rigida delle carriere potrebbe complicare il coordinamento tra PM e giudici nelle indagini e nei processi. Un modello più rigido potrebbe rallentare il sistema giudiziario, aumentando i tempi di definizione dei procedimenti.
3. Riforma Costituzionale Necessaria
Per attuare la separazione delle carriere sarebbe necessaria una modifica costituzionale, poiché attualmente la magistratura è concepita come un unico corpo (art. 104 Cost.). Questo rende il processo di riforma lungo e politicamente complesso.
4. Difficoltà di Attuazione
Una separazione netta implicherebbe la creazione di due distinti CSM, uno per i giudici e uno per i PM. Questo potrebbe aumentare la burocrazia e creare nuove difficoltà di coordinamento tra i due organi.
Conclusioni
La separazione delle carriere è un tema che divide giuristi e politici. Da un lato, garantirebbe maggiore terzietà ai giudici e un equilibrio più chiaro tra accusa e difesa. Dall’altro, potrebbe porre seri interrogativi sull’indipendenza dei pubblici ministeri e sulla tenuta del sistema giudiziario.
Qualsiasi riforma in tal senso richiederebbe un’approfondita valutazione degli effetti concreti, per evitare di compromettere i principi fondamentali dell’ordinamento italiano.
Il Supporto dello Studio Soardi
Lo Studio Soardi di Bergamo offre consulenza e assistenza nelle materie di diritto penale e responsabilità amministrativa degli enti. Se hai bisogno di chiarimenti su riforme normative o implicazioni per la tua attività professionale, contattaci per una consulenza.