L’articolo 5 del Decreto Legislativo 231/01 rappresenta il cuore della disciplina che regola la responsabilità amministrativa degli enti, delineando con precisione le condizioni in cui un ente può essere ritenuto responsabile per gli illeciti commessi da determinate categorie di soggetti.
Chi risponde secondo l’Art. 5 del D.Lgs. 231/01
L’articolo stabilisce che l’ente è responsabile per i reati commessi nel suo interesse o a suo vantaggio da:
- Soggetti apicali: coloro che rivestono funzioni di rappresentanza, amministrazione o direzione dell’ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale. Rientrano in questa categoria anche coloro che esercitano, di fatto, poteri di gestione e controllo.
- Soggetti sottoposti alla direzione o alla vigilanza di un soggetto apicale: ad esempio, dipendenti o collaboratori che agiscono sotto il controllo diretto degli apicali.
Interessi e vantaggi dell’ente
Un elemento centrale della responsabilità prevista dall’art. 5 è il criterio di imputazione oggettiva, secondo cui il reato deve essere stato commesso:
- Nell’interesse dell’ente: quando il comportamento illecito è diretto a procurare un beneficio, anche potenziale, all’organizzazione.
- A vantaggio dell’ente: quando il reato produce un concreto beneficio per l’ente, sia esso economico o di altra natura.
Al contrario, l’ente non risponde se il reato è stato commesso nell’interesse esclusivo del soggetto agente o di terzi.
L’importanza dei modelli organizzativi
Per evitare la responsabilità ex D.Lgs. 231/01, l’ente deve dimostrare di aver adottato ed efficacemente attuato un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire i reati della specie di quello verificatosi. Questo modello deve includere:
- La mappatura dei rischi specifici (risk assessment);
- Procedure per la prevenzione dei reati;
- Un sistema disciplinare adeguato;
- L’istituzione di un Organismo di Vigilanza (OdV) indipendente e con autonomi poteri di controllo.
Differenze tra soggetti apicali e sottoposti
L’articolo 5 distingue chiaramente i criteri di imputazione della responsabilità in base alla posizione del soggetto che ha commesso il reato:
- Per i soggetti apicali, si presume che l’ente sia responsabile salvo che dimostri di aver adottato un modello organizzativo idoneo e che il reato sia stato commesso eludendo fraudolentemente tale modello.
- Per i soggetti sottoposti, la responsabilità dell’ente è subordinata alla mancata vigilanza o direzione da parte dei soggetti apicali.
Conclusioni
L’articolo 5 del D.Lgs. 231/01 rappresenta un pilastro fondamentale per comprendere le responsabilità degli enti e il funzionamento del sistema di compliance aziendale in Italia. L’adozione di un modello organizzativo efficace è non solo uno strumento di prevenzione, ma anche una tutela per le aziende contro il rischio di sanzioni e pregiudizi reputazionali.
Il Supporto dello Studio Soardi
Lo Studio Soardi di Bergamo da anni assiste società su tutto il territorio nazionale per la realizzazione e aggiornamento di modelli organizzativi ex D.Lgs. 231/01. Inoltre, l’avvocato Stefano Soardi ricopre numerosi incarichi come Organismo di Vigilanza (OdV) per aziende, offrendo competenza e supporto alle imprese per garantire una piena conformità normativa.
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