Reati alimentari | Condanna per olive in cattivo stato di conservazione

Penale

La Corte Suprema di Cassazione, Sezione Terza Penale, con la sentenza n. 14549 del 12 maggio 2020 – di seguito scaricabile – ha confermato la condanna dell’imputato per il reato di detenzione di prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione, ai sensi dell’art. 5, comma 1, lett. b) della L. 30 aprile 1962, n. 283.

Il caso riguardava circa 5.130 Kg di olive semilavorate, che erano state trovate in condizioni igieniche inadeguate presso un’azienda di Foggia.

Il Tribunale di Bari, con sentenza del 24 ottobre 2018, aveva già dichiarato la responsabilità penale dell’imputato, condannandolo a una pena pecuniaria di 4.000 Euro. La difesa aveva contestato la sentenza, ritenendo che la doppia etichettatura sui bidoni delle olive fosse giustificata e che la cattiva conservazione non fosse stata dimostrata. Tuttavia, la Cassazione ha ritenuto inammissibili tali motivazioni, sottolineando che la scadenza del prodotto non poteva essere posticipata senza una nuova lavorazione.

La Corte ha anche evidenziato che la cattiva conservazione delle olive era stata accertata non solo per la doppia etichettatura, ma anche per le condizioni igieniche in cui erano state trovate: le olive erano stoccate all’esterno, esposte a sbalzi termici e a contaminazioni da escrementi di volatili.

La sentenza ha ribadito che la normativa vigente, anche se modificata e abrogata in parte dal D.Lgs. 231/2017, continua a considerare la cattiva conservazione come un reato, punibile non solo con sanzioni amministrative ma anche penalmente in determinati casi.

La decisione della Cassazione conferma un orientamento giurisprudenziale consolidato, secondo cui il cattivo stato di conservazione riguarda situazioni in cui le sostanze alimentari, pur essendo genuine, sono mal conservate, violando prescrizioni igienico-sanitarie. Questo principio mira a proteggere l’interesse del consumatore, garantendo che i prodotti alimentari siano mantenuti in condizioni adeguate fino al consumo.

. La sentenza sottolinea l’importanza del rispetto delle norme igienico-sanitarie nel settore agroalimentare, per garantire la sicurezza e la qualità dei prodotti destinati al consumo umano.

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