Turbativa d’Asta e Responsabilità degli Enti del Decreto 231: Il Caso della Sentenza n. 9159/2025

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Turbativa D'Asta Decreto 231
Turbativa D’Asta Decreto 231

La Sentenza della Cassazione sulla Turbativa d’Asta del Decreto 231

La Cassazione Penale, Sez. VI, con Sentenza n. 9159/2025, ha affrontato un caso riguardante il reato di Turbativa d’Asta in relazione a un procedimento di appalto pubblico ed alla Responsabilità degli Enti del Decreto 231/01. Il ricorso, presentato dal Procuratore della Repubblica di Avellino, contestava l’assenza di una procedura competitiva in un affidamento diretto e sosteneva che il frazionamento artificioso dell’importo fosse una manovra per evitare la gara d’appalto.

Di conseguenza, il Tribunale di Avellino aveva rigettato il sequestro preventivo richiesto, ritenendo che non vi fosse turbativa d’asta, poiché non era stata avviata alcuna competizione formale o informale tra più soggetti. Successivamente, la Cassazione ha confermato questa decisione, stabilendo che l’art. 353-bis c.p. si applica solo quando il procedimento di affidamento presenta un carattere competitivo, anche se informale. Pertanto, l’assenza di una gara esclude la configurabilità del reato. Inoltre, la decisione della Corte chiarisce un principio giuridico fondamentale per la materia.

Il Reato di Turbativa d’Asta o Tubata Libertà Degli Incanti (art. 353 c.p.)

L’articolo 353 del Codice Penale punisce chiunque, con collusione, violenza o altri mezzi fraudolenti, impedisce o turba una gara d’appalto pubblica, alterandone il regolare svolgimento. Infatti, questo reato ha lo scopo di garantire la trasparenza e l’imparzialità delle gare pubbliche. Inoltre, esso mira a prevenire pratiche distorsive che potrebbero favorire determinati operatori economici a discapito della concorrenza.

La Responsabilità Degli Enti del Decreto 231 e la Turbativa d’Asta

Il D.Lgs. 231/2001 ha introdotto in Italia il principio della responsabilità amministrativa degli enti per alcuni reati commessi nel loro interesse o vantaggio. Inoltre, la turbativa d’asta rientra tra i reati presupposto ex art. 25 del Decreto 231, con conseguenze rilevanti per le imprese coinvolte in appalti pubblici. Per questo motivo, la normativa impone alle aziende di adottare misure adeguate per prevenire tali illeciti.

La Turbativa d’Asta nell’Articolo 25 del Decreto 231

L’articolo 25 del D.Lgs. 231/2001 include la Turbativa d’Asta tra i reati presupposto della responsabilità amministrativa degli enti. Ciò significa che, qualora un’azienda sia coinvolta in pratiche illecite finalizzate a turbare una gara pubblica, essa potrebbe essere soggetta a sanzioni severe. In particolare, rientrano tra i reati contestabili sia la Turbata libertà degli incanti (art. 353 c.p.) sia la Turbata libertà del procedimento di scelta del contraente (art. 353-bis c.p.). Di conseguenza, le imprese che operano in settori soggetti a gare pubbliche devono adottare misure di prevenzione per evitare di incorrere in responsabilità ex Decreto 231.

La Responsabilità Amministrativa degli Enti

Un’azienda può essere ritenuta responsabile se un dirigente, amministratore o dipendente commette un reato per favorire l’ente. Per questo motivo, l’adozione di un Modello Organizzativo 231 può costituire un’esimente per evitare sanzioni gravi. In altre parole, dimostrare di aver implementato un sistema di prevenzione efficace può salvaguardare l’azienda da gravi conseguenze legali.

Il Vantaggio e l’Interesse dell’Ente

Affinché un’azienda possa essere chiamata a rispondere del reato, è necessario che il comportamento illecito abbia determinato un vantaggio economico diretto o indiretto o sia stato compiuto nell’interesse dell’ente. Nel caso della Sentenza n. 9159/2025, la Cassazione ha stabilito che, in assenza di una gara formale, il vantaggio non era sufficiente per integrare il reato. Dunque, il principio di legalità deve essere sempre rispettato per evitare implicazioni giudiziarie.

Le Sanzioni per le Aziende Coinvolte

Le imprese coinvolte in reati di turbativa d’asta possono subire sanzioni pecuniarie fino a 1,5 milioni di euro. Inoltre, possono essere soggette a:

  • Interdizione dall’esercizio dell’attività;
  • Divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione;
  • Revoca di finanziamenti pubblici e contributi.

Pertanto, è essenziale adottare strumenti idonei per evitare tali conseguenze.

Il Modello Organizzativo del Decreto 231: Cos’è e come evita le responsabilità per Turbativa d’Asta

Il Modello 231 è un sistema di gestione e controllo che permette all’azienda di prevenire reati e dimostrare la propria estraneità alle condotte illecite. In pratica, si tratta di un insieme di protocolli, procedure e regole che consentono di ridurre i rischi di responsabilità amministrativa. Inoltre, esso consente alle imprese di operare in un contesto di maggiore sicurezza normativa.

I Rischi della Mancata Adozione del Modello

Un’azienda priva di un Modello Organizzativo 231 si espone a rischi elevati, tra cui:

  • Sanzioni pecuniarie e interdittive, che possono compromettere la continuità aziendale;
  • Danni reputazionali, che possono ridurre la fiducia di clienti e partner;
  • Perdita di affidabilità nelle gare pubbliche, con conseguente esclusione dagli appalti;
  • Divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione, rendendo impossibile l’accesso a determinate opportunità di business;
  • Revoca di finanziamenti pubblici e contributi, causando un impatto finanziario negativo sull’azienda.

Per le aziende che operano in settori regolamentati, in particolare quelle che partecipano a appalti, gare e bandi pubblici, l’assenza di un Modello 231 può determinare l’esclusione dalle procedure di selezione. Sempre più amministrazioni pubbliche e enti appaltanti richiedono infatti che le imprese dimostrino di aver adottato strumenti adeguati per prevenire i reati previsti dal Decreto 231. Dunque, non dotarsi di un modello di conformità può significare essere tagliati fuori da importanti opportunità di business e compromettere la competitività aziendale nel lungo periodo.**

Inoltre un’azienda priva di un Modello Organizzativo 231 si espone a rischi elevati, tra cui:

  • Sanzioni pecuniarie e interdittive;
  • Sequestro e Confisca;
  • Danni reputazionali;
  • Perdita di affidabilità nelle gare pubbliche.

Di conseguenza, trascurare l’adozione di tali misure può compromettere la stabilità aziendale.

I Vantaggi dell’Adozione del Modello

Implementare un Modello 231 permette di ottenere numerosi benefici, tra cui:

  • Prevenire illeciti e ridurre i rischi legali;
  • Accedere alle gare d’appalto con maggiore sicurezza;
  • Dimostrare la conformità alle normative e migliorare la reputazione aziendale.

Inoltre, garantisce un maggiore livello di trasparenza all’interno della gestione aziendale.

La Funzione dell’Organismo di Vigilanza (OdV)

L’Organismo di Vigilanza (OdV) è un organo indipendente incaricato di monitorare l’applicazione del Modello 231 e segnalare eventuali anomalie. Inoltre, ha il compito di:

  • Verificare l’efficacia del modello;
  • Segnalare illeciti e violazioni;
  • Formare e sensibilizzare i dipendenti sulle procedure di compliance.

Pertanto, la sua funzione è essenziale per garantire il corretto funzionamento del sistema di prevenzione aziendale.

Lo Studio Legale Soardi e il Supporto alle Aziende

Lo Studio Legale Soardi di Bergamo assiste società a Bergamo, Brescia e in tutta Italia nella realizzazione e aggiornamento di Modelli 231, offrendo consulenza strategica e legale per prevenire rischi penali e amministrativi. Inoltre, l’Avvocato Penalista Stefano Soardi del Foro di Bergamo ricopre diversi incarichi come Organismo di Vigilanza (OdV), garantendo alle aziende un supporto concreto per la conformità normativa.

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Se la tua azienda opera in settori a rischio e vuole mettersi al riparo da possibili sanzioni, contatta lo Studio Legale Soardi per una consulenza personalizzata sulla Compliance aziendale e il Modello 231.

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