La recente sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. II, n. 1818/2025, di seguito scaricabile, rappresenta un caso di rilievo in materia di sequestro preventivo e confisca nell’ambito del diritto penale societario e della responsabilità amministrativa degli enti ex D.Lgs. 231/2001. Analizziamo i punti chiave e i principi giuridici emersi da questa decisione.
Il Caso
Il ricorso è stato presentato da A.A. contro un’ordinanza del Tribunale di Teramo che aveva confermato il sequestro preventivo di una somma pari a 700.985,60 euro. Tale misura era stata disposta in relazione al delitto di indebita percezione di erogazioni pubbliche (art. 316-bis c.p.) e all’illecito amministrativo previsto dal D.Lgs. 231/2001.
Il sequestro era stato applicato:
- In forma diretta nei confronti di A.A. e della società Mo.Te. Ambiente Spa;
- In via sussidiaria per equivalente, qualora non fosse stato possibile individuare beni sufficienti nei patrimoni dei destinatari.
La Decisione della Corte
La Cassazione ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza impugnata e rinviando il caso al Tribunale di Teramo. Ha evidenziato che il giudice del rinvio non aveva rispettato i principi fissati dalla precedente sentenza di annullamento, trascurando le necessarie verifiche sul periculum in mora e la corretta applicazione dei criteri per il sequestro preventivo.
Principi Fondamentali della Sentenza
1. Ordine logico-giuridico per il sequestro preventivo
- Sequestro diretto: Deve essere prioritariamente escluso nei confronti della persona fisica quando la società beneficiaria del profitto possiede reale autonomia patrimoniale.
- Confisca diretta: Le somme di denaro rinvenute nelle casse sociali possono essere confiscate direttamente, ai sensi dell’art. 322-ter c.p. e dell’art. 19 D.Lgs. 231/2001.
- Sequestro per equivalente: Può essere applicato solo in caso di incapienza del patrimonio societario e rappresenta una misura residuale.
2. Necessità del periculum in mora
- Ogni misura cautelare deve essere accompagnata da una motivazione specifica che dimostri il rischio concreto di dispersione, modifica o alienazione dei beni.
- Non è sufficiente motivare il periculum sulla mera natura fungibile del denaro.
3. Vincoli per il giudice del rinvio
- Il giudice del rinvio è obbligato a rispettare sia il principio di diritto stabilito dalla Cassazione sia le premesse logico-giuridiche poste alla base della sentenza di annullamento.
- Non possono essere rivalutate questioni già definite nella precedente decisione.
4. Rapporto tra sequestro diretto e per equivalente
- Il sequestro per equivalente è subordinato alla verifica dell’impossibilità di procedere alla confisca diretta.
- Deve essere accertata l’incapienza dei liquidi societari prima di estendere il vincolo al patrimonio dell’amministratore.
Implicazioni Pratiche
Questa sentenza ribadisce la centralità della motivazione nella concessione di misure cautelari e la necessità di rispettare l’ordine logico-giuridico delle verifiche, specialmente nei procedimenti che coinvolgono sia persone fisiche che giuridiche.
La Corte di Cassazione ha richiamato l’attenzione sull’importanza di tutelare i principi di proporzionalità e residualità del sequestro per equivalente, garantendo al contempo che la misura sia supportata da una solida base probatoria e motivazionale.
Conclusioni
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