Una recente pronuncia della Corte di Cassazione (Sentenza n. 37751 del 15 ottobre 2024), di seguito scaricabile, ha confermato l’impossibilità di disporre l’imputazione coatta nei confronti delle persone giuridiche, nel contesto di procedimenti avviati ai sensi del Decreto Legislativo 231/2001. Il caso in questione riguardava COOP Liguria, società imputata per illecito amministrativo connesso a lesioni colpose dovute alla violazione della disciplina antinfortunistica. La decisione, emessa dal GIP di Savona, aveva ordinato l’imputazione coatta sia per le persone fisiche coinvolte sia per la società.
Il contesto del caso
La vicenda giudiziaria trae origine da un incidente sul lavoro avvenuto tra il 2002 e il 2020, in cui diverse figure apicali di COOP Liguria, tra cui il datore di lavoro e un dirigente, erano accusate di aver violato le norme di sicurezza, con conseguente lesione colposa ai danni di un dipendente. Il GIP aveva disposto l’imputazione coatta anche nei confronti dell’ente, basandosi sull’art. 25-septies del D.Lgs. 231/2001, che disciplina la responsabilità amministrativa delle società per i reati di lesioni colpose gravi o gravissime.
La decisione della Cassazione
La Cassazione, su ricorso di COOP Liguria, ha ritenuto abnorme il provvedimento del GIP, annullandolo senza rinvio. Il punto centrale della decisione riguarda il fatto che il Decreto 231 non prevede la possibilità di imporre l’imputazione coatta per gli enti. Tale potere spetta esclusivamente al pubblico ministero, il quale può decidere autonomamente se procedere o archiviare, informando il Procuratore Generale per eventuali approfondimenti. La Corte ha sottolineato che, a differenza delle persone fisiche, il procedimento per gli enti segue una strada più semplificata, non richiedendo l’intervento diretto del giudice per le indagini preliminari.
E’ il caso di rispolverare il concetto di “tertium genus” della responsabilità amministrativa degli enti per cui, come noto, ai sensi dell’art. 34 del D.lgs 231/01, si applicano “per quanto compatibili” le disposizioni del codice di procedura penale.
Implicazioni per le aziende
Questa sentenza chiarisce ancora una volta l’importanza di comprendere la distinzione tra i procedimenti penali per persone fisiche e quelli per le persone giuridiche ai sensi del Decreto 231. Le aziende coinvolte in reati commessi dai propri dirigenti o dipendenti possono contare su un procedimento autonomo, in cui il ruolo decisionale è concentrato nelle mani del pubblico ministero. Per evitare rischi, è fondamentale che le imprese adottino modelli organizzativi efficaci e aggiornati, in modo da prevenire reati e ridurre la propria responsabilità in caso di incidenti o violazioni.
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