La sentenza della Corte di Cassazione n. 26293/2024, emessa dalla Sezione Quarta Penale, di seguito scaricabile – ha rigettato il ricorso presentato dalla società S.M.I. Irrigazione di A.A. e C. Snc, confermando la responsabilità amministrativa dell’ente ai sensi del D.Lgs. 231/01, in relazione a un infortunio sul lavoro. La vicenda riguarda un lavoratore che, nel 2013, è caduto da un’altezza di dieci metri mentre eseguiva operazioni di manutenzione del tetto di un capannone, senza l’adozione delle necessarie misure di sicurezza.
Gli aspetti rilevanti del D.Lgs. 231/01
Il fulcro della sentenza ruota attorno all’applicazione dell’art. 25-septies del D.Lgs. 231/01, che prevede la responsabilità dell’ente per i reati colposi, tra cui quelli legati alla violazione delle norme antinfortunistiche. La Corte ha ribadito che la responsabilità dell’ente può derivare anche da una singola violazione, senza necessità di dimostrare una prassi sistematica di trasgressioni. In questo caso, l’interesse dell’ente è stato individuato nel risparmio economico, ottenuto dalla mancata adozione di presidi di sicurezza e dal ricorso a personale non qualificato.
I criteri di imputazione oggettiva
La Corte ha ricordato che per configurare la responsabilità dell’ente è sufficiente la presenza di uno dei due criteri di imputazione previsti dall’art. 5 del D.Lgs. 231/01: l’interesse o il vantaggio. Nel caso di specie, il vantaggio economico derivante dal risparmio sui costi di prevenzione è stato considerato sufficiente per giustificare la condanna della società.
L’importanza del Modello Organizzativo 231/01
Nel contesto del D.Lgs. 231/01, l’adozione di un Modello Organizzativo, di Gestione e Controllo riveste un ruolo cruciale per le imprese, soprattutto in materia di sicurezza sul lavoro. Un modello adeguato e correttamente implementato può infatti esonerare l’ente dalla responsabilità amministrativa, dimostrando che l’azienda ha messo in atto tutte le misure necessarie per prevenire la commissione di reati, inclusi quelli legati agli infortuni sul lavoro.
Nel caso in esame, la mancata predisposizione di un efficace modello organizzativo ha esposto la S.M.I. Irrigazione alla condanna per responsabilità amministrativa. La sentenza evidenzia come l’assenza di procedure e controlli adeguati per garantire la sicurezza dei lavoratori abbia comportato per l’ente non solo un risparmio economico immediato, ma anche una grave esposizione a sanzioni economiche e giudiziarie. Avere un Modello 231/01 strutturato avrebbe potuto mitigare o evitare queste conseguenze, dimostrando un impegno preventivo concreto da parte dell’azienda.
Soardi Studio Legale da anni assiste imprese nella realizzazione e nell’aggiornamento dei Modelli Organizzativi ex D.Lgs. 231/01, fornendo supporto personalizzato e strategico per garantire la conformità normativa. L’avvocato Stefano Soardi, in particolare, ricopre il ruolo di Organismo di Vigilanza per diverse aziende sul territorio, offrendo la sua esperienza nella supervisione e nell’attuazione di efficaci modelli di gestione.