Reati alimentari | Condannata la cattiva conservazione nel trasporto di carne

Penale

La Corte Suprema di Cassazione, Sezione Terza Penale, ha emesso la sentenza n. 35966 del 4 ottobre 2021 – di seguito scaricabile – riguardante una vicenda di frode nel commercio di prodotti alimentari. Gli imputati erano stati condannati dal Tribunale di Trani il 27 giugno 2019 per la detenzione di 125 kg di carne di pollo e tacchino per kebab in cattivo stato di conservazione, in violazione dell’art. 5 della Legge n. 283 del 1962.

La carne era stata trovata in un furgone non refrigerato, interrompendo così la catena del freddo necessaria per la corretta conservazione degli alimenti.

Gli imputati avevano presentato ricorso, sostenendo che la quantità di carne sequestrata non provava la finalità di vendita e che mancavano giustificazioni plausibili al momento del controllo. Inoltre, avevano richiesto l’applicazione della causa di non punibilità prevista dall’art. 131-bis c.p., citando precedenti giurisprudenziali favorevoli.

La sentenza ha confermato che la quantità di carne sequestrata era sufficiente per dimostrare la destinazione alla vendita e che gli imputati non avevano fornito alcuna documentazione attestante una diversa destinazione della merce. Inoltre, la Corte ha stabilito che il fatto non poteva essere considerato di lieve entità, data la rilevante quantità di carne coinvolta.

La sentenza ha rilevato che la contravvenzione prevista dall’art. 5 della Legge n. 283 del 1962 non è un reato di pericolo presunto, ma di danno, mirato a garantire la protezione del consumatore assicurando che i prodotti alimentari giungano al consumo con le cure igieniche necessarie. La Corte ha quindi condannato i ricorrenti al pagamento delle spese processuali.

Questa sentenza sottolinea l’importanza della corretta conservazione degli alimenti e la responsabilità degli operatori del settore alimentare nel garantire la sicurezza dei prodotti destinati al consumo.

La decisione della Corte di Cassazione rappresenta un monito per tutti coloro che operano nel commercio di prodotti alimentari, evidenziando le gravi conseguenze legali derivanti dalla violazione delle normative igienico-sanitarie.

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