La recente entrata in vigore della Legge n. 206/2023 segna un passo significativo nella tutela del Made in Italy, introducendo misure incisive contro la contraffazione e rafforzando la responsabilità amministrativa degli enti ai sensi del D.Lgs. 231/01.
La normativa estende l’ambito applicativo dell’art. 517 c.p. (ricompreso nell’art. 25-bis.1 del D.Lgs. 231/01) punendo ora anche la mera detenzione per la vendita di prodotti con segni mendaci, ampliando così il novero dei soggetti esposti al rischio reato.
Questa modifica normativa comporta la revisione obbligatoria dei Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo (MOGC) previsti dal D.Lgs. 231/01.
Gli enti sono chiamati a valutare le proprie aree di rischio, aggiornando protocolli e procedure per prevenire la commissione dei reati ora più ampiamente definiti.
In particolare, si richiede un’attenzione specifica verso le fasi di sviluppo, produzione, distribuzione e commercializzazione dei prodotti, nonché l’uso di marchi e certificazioni, come la marcatura CE.
La Legge n. 206/2023 interviene anche sull’art. 260 c.p.p., regolamentando la distruzione delle merci sequestrate e introducendo nuove disposizioni per la gestione delle stesse da parte dell’Autorità Giudiziaria.
Questo aspetto incide direttamente sulla gestione dei sequestri e sulla successiva distruzione delle merci contraffatte, con implicazioni pratiche per le aziende coinvolte.
In conclusione, l’aggiornamento del Modello 231 diventa un passaggio ineludibile per gli enti, che devono ora integrare nuove misure di compliance per mitigare i rischi di responsabilità amministrativa.
L’adozione di un sistema di controllo efficace non solo consente di evitare sanzioni, ma si traduce anche in un miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia aziendale, a tutela del prestigioso marchio Made in Italy.